Esplode la Primavera Araba

nothing is as it seems

Esplode la Primavera Araba

Settembre 16, 2012 Archivio News 0

Solo poche considerazioni sulle fiamme  che stanno incendiando il mondo arabo, dal Nord-Africa all’Estremo Oriente, senza riparmiare i Paesi dell’Occidente dove esistono comunità islamiche di una certa consistenza, dall’Inghilterra all’Australia, compreso il nostro Paese…..

I movimenti che da molti mesi hanno agitato, e talvolta sconvolto, o stanno ancora agitando (come in Siria)  l’assetto di governo di molti Paesi musulmani, sono stati salutati da più parti  (compresi  la maggior parte dei media internazionali nonché governi occidentali , che in molti casi  hanno esplicitamente aiutato i “movimenti di liberazione”), come una benefica ventata di libertà, da più fonti definita “Primvera Araba”, che ha consentito a vari Paesi di liberarsi di odiose ed odiate, spesso sanguinarie,  abiette  dittature, molte volte contraddistinte da una caratterizzazione personale e/o familiare/tribale  (es. Libia).

La realtà non  è – a mio parere – così semplice e chiara:  in molti casi, ad una dittatura personale  o dinastica  – sia pur sicuramente deprecabile e condannabile – si é sostituita o si sta sostituendo un’altrettanto oppressivo governo, questa volta di matrice teocratica, sia pur con un look finora più presentabile,  in quanto, apparentemente sorto per volontà e con ampio consenso popolare. Ma l’esempio della rivoluzione islamica iraniana dovrebbe aver insegnato e fatto capire, soprattutto ai governanti occidentali, cosa può significare, magari tra qualche anno, un governo – ad esempio quello egiziano – in mano alla  “Fratellanza  Musulmana”, che, per chi eventualmente non lo sapesse, è stata il punto di partenza e di ispirazione di tutti i movimenti integralisti e radicali islamisti,  il “brodo di coltura” di molti dei massimi esponenti dell’integralismo terroristico islamista attuale e degli anni scorsi!

Anche gli eventi algerini di fine anni ’80 e seguenti e la sanguinosa campagna di terrorismo condotta dal F.I.S. , dovrebbero aver insegnato qualcosa.  Quelle vicende, ricordiamolo, scaturirono  dalla vittoria – assolutamente legittima – in molte elezioni di carattere locale di formazioni politiche di ispirazione islamica, sorte per battere il malgoverno e la corruzione dei politici algerini di indirizzo laico-marxista. La resistenza opposta dai governanti al potere, a riconoscere tale vittoria, innescarono la sanguinosa epopea che tutti ricordiamo e che serví  – tra l’altro – anche  come “scuola di guerra” per molti terroristi islamisti che vi parteciparono e che addirittura la esportarono in molte contrade del mondo, compresa l’Europa, ed in particolare utilizzazorono l’esperienza acquisita nella guerra della ex-Jugoslavia.

Ora, gli avvenimenti di questi giorni traggono spunto dal film di produzione statutitense il cui contenuto sarebbe gravemente offensivo per i sentimenti religiosi islamici…. A parte il fatto che non sembra vi siano responsabilità obbiettive delle Istituzioni  USA nella realizzazione di questa opera, e che anzi le stesse Autoritá  avrebbero già identificato il responsabile dell’insano gesto, condannandolo pubblicamente per la sua iniziativa ;  considerato che l’autore sarebbe un “mentecatto”, peraltro già perseguito in passato dalla giustizia americana per vari reati; resta la considerazione che si é trattatato certamente di un atto quanto meno irresponsabile e criminale, prima di tutto, contro il proprio Paese. Peraltro, questo non giustifica in alcun modo l’incontrollata reazione delle masse islamiche e tanto meno la evidente tolleranza delle Autorità dei Paesi  islamici di fronte a questa “ondata di furore popolare” che si é scaricata sopratutto sulle rappresentanze diplomatiche USA;  ancor meno accettabili le manifestazioni  a Teheran contro la rappresentanza elvetica che, non esistendo rapporti diplomatici tra USA e Iran, cura in modo esclusivamente burocratico ed amministrativo (non politico)  gli interessi dei cittadini americani presenti in quel Paese .Quanto all’aassassinio dei diplomatici USA in Libia, qualsiasi commento mi sembra superfluo,  ma dovrebbe essere un chiaro motivo di riflessione per i politici e la stampa occidentali che si sono – a suo tempo – affannati  e precipitati  a sostenere gli oppositori di Gheddafii, di Sadat e compagni.

Degli eventi di questi giorni ritengo che siano – almeno indirettamente – responsabili in buona parte anche  gli analisti dell’intelligence USA  (che già in passato hanno in più di una occasione dimostrato  clamorosamente di non aver  valutato  in modo adeguato le conseguenze di certe scelte e decisioni  politiche), per non aver , probabilmente, individuato e rappresentato nella giusta propspettiva al presidente Obama le conseguenze di un appoggio ai “ribelli”  che hanno rovesciato i vari dittatori come Gheddafi.  Sembra che la C.I.A. (e gli altri mille servizi intelligence U.S.A., compresa la N.S.A.), non riescano a vedere al di là dell’immediato e del proprio naso. Non mancano certo le clamorose “gaffes” a tutti note. Solo per ricordare la più famose: l’appoggio a Castro contro Batista, che era diventato un “amico” scomodo, salvo aver creato le basi per uno dei più lunghi contrasti e conflitti ideologici (e non solo , vedi crisi dei missili) che la storia ricordi, e tuttora aperto ;  l’abbandono di uno dei più fidi alleati in Medio Oriente, come era lo Sciah di Persia Reza  Palhavi, di fronte alla rivolta ispirata dagli sciiti, salvo ritrovarsi contro uno dei più tenaci ed irriducibili nemici che gli Usa abbiano ed abbiano mai avuto, gli  ayahtollah iraniani; l’appoggio alle formazioni  di ribelli afghani capeggiati da Osama  bin Laden contro i sovietici occupanti, salvo esserselo  ritrovato contro come il nemico nº 1,  colui che gli ha inflitto, tra l’altro,  la cocente sconfitta dell’attentato sul patrio suolo dell’11 settembre  e che li ha beffati per quasi un decennio…….. e non solo questo!

Allora….. (e non solo come responsabilità degli USA, ma anche – sia pur in misura diversa – di molti altri governi occidentali), non è che essersi liberati di uno  (o vari) tumori, come erano i diversi  dittatori dei paesi arabi, (ma che in qualche modo erano comunque controllabili e fondamentalmente poco pericolosi, se non per i loro sudditi), abbia creato le premesse per la costruzione di un fronte islamico governativo unico che potebbe, nei prossimi anni, ricreare una situazione di tensione e di conflitto ancora peggiore e più drammatico di quello della “guerra fredda”?  Non è che ci stiamo “allevando una serpe (o meglio varie serpi) in seno”, come dice il proverbio?

Janus*

 

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