Gladio

nothing is as it seems

Gladio

Aprile 1, 2017 Gladio 0

[member]

 

GLADIO la Verità Negata

 

 

Raccolta di Informazioni , News e curiosità sulla Stay-Behind Italiana

 

* * *

 


 

 

 

 

 


Inzerilli, ex capo Gladio: “I segreti sono alla Nato” 

 

Intervista all’ex responsabile italiano del progetto stay behind. «Nel 1984 costituimmo un coordinamento antiterrorismo, con le forze speciali»

 

( fonte : il manifesto, 24 aprile 2014 , articolo di Andrea Palladino )

 

 

Bruxelles, la sede della Nato

 

 

«Vuol sapere cosa penso della desecretazione? Sono contento. E sa perché? Se c’è qualcuno che ha tradito il suo impegno o che ha voluto proteggere una parte è giusto che esca il nome. Si deve capire chi è stato un imbroglione, la sua identità, così non getta più fango sul paese o sul servizio di intelligence».

 

Paolo Inzerilli non è un militare qualsiasi. Generale dell’esercito — ormai in pensione — capo di Gladio per quattordici anni, poi passato allo stato maggiore del Sismi. Custode di segreti, ha addestrato per anni gli agenti che ancora oggi agiscono sotto copertura «in tutti gli scenari più complessi all’estero». Per lui desecretazione potrebbe voler dire pulizia. Ma in fondo sembra creder poco all’annuncio di Renzi: «L’archivio di Gladio è stato sequestrato nella sua interezza dalla magistratura. In questi casi gli atti vengono declassificati a “vietata divulgazione”, e al termine del procedimento penale devono essere restituiti. La stessa cosa è successa con le commissioni d’inchiesta. La magistratura e gli organi parlamentari hanno basato le loro decisioni – giudiziarie o politiche – anche sulla base della documentazione dell’intelligence. Che novità potrà dunque uscire? Nessuna, ritengo». Ma non tutto — ammette — è noto. «I veri archivi che rimarranno segreti sono quelli Nato, questo sì. Lì nessuno può entrare — racconta a il manifesto -, serve sempre l’accordo di tutti i paesi aderenti al patto». E rivela come quelle carte furono negate anche alle procure che indagavano sull’organizzazione segreta: «Quando la magistratura chiese di accedere all’archivio Gladio bloccammo l’accesso alla documentazione con classifica Nato, che non sono mai usciti dai caveaux».

 

Gli ostacoli che ancora esistono per una vera trasparenza sono tanti. Forse troppi, ed è questo la vera questione che dovrà affrontare Renzi: «Oggi in tanti dimenticano che non è stato mai abrogato il decreto regio del 1941, firmato dal Re e da Mussolini. Per assurdo ti possono perseguire se fotografi una stazione dei treni. C’è poi un’altra questione, fondamentale». Prego, generale: «La norma del 2007 voluta da Berlusconi e dall’allora capo dei servizi De Gennaro prevede che vi sia una limitazione di accesso anche per i documenti declassificati. Una volta che perdono la classifica l’accesso è consentito solo agli “aventi diritto”. Lei, come giornalista, non li può vedere. Se non si rimuove questo punto la desecretazione non serve a nulla». Un promemoria per Matteo Renzi.

 

Una cosa è però certa ed appare — neanche troppo velatamente — tra le parole, sempre soppesate, di Inzerilli. Ci sono strutture ancora poco note, probabilmente assolutamente inedite: «La guerra non ortodossa — racconta l’ex capo di Gladio — aveva un coordinamento in Italia. Vi facevano parte – oltre al Sismi – il 9° batta­glione Col Moschin (incursori dei paracadutisti, ndr), il Comsubin (incursori della Marina militare, ndr), il Sios dell’Aeronautica e una parte della Marina militare, per la fornitura dei mezzi». Non solo. I nostri servizi e i reparti speciali dell’esercito e della Marina si sono occupati attivamente del terrorismo: «E’ esistito anche un altro coordinamento. Nel 1984 si costituì un “comitato per l’antiterrorismo”. Qui sedeva la VII divisione del Sismi, che io rappresentavo, gli incursori del Col Moschin e del Comsubin e il Gis dei carabinieri. Era l’epoca di Fulvio Martini». Una struttura che in pochi conoscono. Secondo il senatore Felice Casson (oggi al Copasir e in passato titolare delle indagini su Gladio) all’epoca vi fu una vera e propria riorganizzazione della struttura segreta, con la costituzione di diversi livelli di segretezza. E su questo punto forse i documenti che saranno desecretati potranno chiarire molti aspetti.

 

Paolo Inzerilli non nega il coinvolgimento dei servizi in episodi ancora oscuri: «Le deviazioni? I “casini” sono avvenuti quando si appoggiava una parte, quando mancava l’equilibrio. Le faccio un esempio: io dovevo parlare con tutti, ovviamente. Quando dovevamo incontrare gli israeliani mandavo un ufficiale filoisraeliano, accompagnato, però, da uno filopalestinese. Poi, al ritorno, sentivo tutti e due, separatamente. I problemi sono nati quando qualcuno non ha mantenuto questo equilibrio».

 

C’è poi il livello politico, che quasi sempre si è tirato fuori, evitando di ammettere responsabilità evidenti: «Io ho personalmente indottrinato su Gladio tanti ministri e, in una fase successiva, presidenti del consiglio, come Bettino Craxi. Molti di loro poi hanno sostenuto di essere all’oscuro, di non conoscere l’esistenza dell’organizzazione. In quel caso, però, c’erano le loro firme sui documenti». Carte che ora aspettiamo di poter leggere.

 

Andrea Palladino

 

il manifesto, 24 aprile 2014

 



 

 


 

Senato della Repubblica

COMUNICATO STAMPA

Il Portavoce del Senatore a vita Francesco Cossiga rende noto il testo della lettera inviata al Ministro della Difesa On. Arturo Parisi:

 

“Roma, il 6 marzo 2008

Signor Ministro,

Le sono grato per l’invito che ha voluto rivolgermi a partecipare allo scoprimento del busto in onore dell’Ammiraglio Fulvio Martini, valoroso e coraggioso, prima capo del Controspionaggio del Servizio Informazioni della Difesa e poi per lungo tempo direttore del Servizio per le Informazioni e la Sicurezza Militare, posizione nella quale egli rese immensi servigi allo Stato italiano, anche sul piano della politica estesa.

Mi è stato reso noto l’elenco degli invitati alla cerimonia, e tra essi non vi ho trovato nessuno degli appartenenti, alcuni dei quali decorati anche di medaglia d’oro al valor militare, quasi tutti già partigiani delle Brigate Verdi o di quelle “Matteotti”, all’Organizzazione Stay Behind Net italiana, cui sono legati la nascita, lo sviluppo e il funzionamento della Base di Poglina, sede di addestramento dei volontari dell’organizzazione italiana e comando centrale della stessa Rete in caso che i Paesi del Patto di Varsavia avessero invaso e occupato il nostro Paese, secondo i piani di “first strike” che ci furono trasmessi alla NATO e all’Italia, dopo la dissoluzione del Patto stesso dal Governo della Repubblica Ceco-Slovacca e della Repubblica d’Ungheria, piani che io ricordo perfettamente insieme a quelli che prevedevano la difesa della Sardegna, con l’arretramento in essa di reparti delle Forze armate italiane, cui si sarebbero aggiunte unità delle forze armate del Regno Unito, degli Stati Uniti e della Repubblica del Portogallo. Qualora anche la Sardegna fosse stata in pericolo, il comando centrale di Stay Behind italiana sarebbe dovuto ripiegare via aerea: Spagna-Portogallo-Gran Bretagna, in località situata in quest’ultimo Paese, località che io ho ben conosciuto.

Tra gli invitati non vi è né il Presidente né alcun membro dell’Associazione dei Volontari di Stay Behind Italiana, neanche quelli che sono poi stati membri del Governo Prodi o parlamentari de L’Unione.

Per sapere di più di quel che sia stata questa organizzazione a livello italiano, dei Paesi europei dell’Alleanza Atlantica (era una struttura dell’Alleanza e non della NATO, talché era stata costituita anche in Francia) e dei Paesi neutrali “collegati” (Svezia, Svizzera e Austria), con legami con le Forze Territoriali dipendenti dalle Repubbliche autonome della Repubblica Popolare Federativa di Jugoslavia, che aveva piani di difesa nei confronti del Patto ci Varsavia, Le invio a parte in libro scritto dal gen. Inzerilli, capo della V^ Divisione del Servizio per le Informazioni e la Difesa, che era l’organo centrale di direzione della Stay Behind Net italiana.

Quando i membri del Governo italiano Aldo Moro, Paolo Emilio Taviani autorizzarono la, firma del protocollo segreto di. adesione all’Organizzazione Alleata Stay Behind Nets, furono acquistati per piccoli lotti, intestati, a prestanome» per lo più mogli o figli di ufficiali delle Forze Armate italiane, i terreni sui quali, con il largo contributo della Central Intelligence Agency americana e del Secret Intelligence Service di Sua Maestà Britannica, fu costruita la Base di Poglina. In essa io appresi l’uso delle armi automatiche e del plastico. Per darmi una “copertura” io fui poi nominato Capitano di Corvetta della Marina Militare e nominato “operatore” del GOI di Consubìm.

Contro le mie preferenze (era mio desiderio essere nominato sottosegretario di Stato alla Giustizia o agli Esteri), il Presidente del Consiglio dei Ministri Aldo Moro, mi nominò sottosegretario di Stato per la sovrintendenza politica e amministrativa di Stay Behind. In questa veste firmai anche il richiamo in servizio di ufficiali di complemento uno o due dei quali hanno svolto nell’ultima legislatura egregiamente le loro funzioni di membri del Governo di centro-sinistra e di parlamentari de L’Ulivo,

Sia io che l’ammiraglio Martini che il gen. Inzerilli fummo processati per organizzazione di banda armata e attentato ai poteri costituzionali dello Stato: breve fu  per me il processo davanti al Tribunale dei Ministri, molto più lungo e doloroso quello contro Martini e Inzerilli.

Benché il Ministro della difesa Paolo Emilio Taviani ne avesse informato l’allora segretario del partito comunista Luigi Longo, assicurandogli che non si trattava di una organizzazione di polizia segreta contro i comunisti, e benché il servizio di vigilanza del Partito comunista italiano fosse stato certamente informato dal KGB, dal GRU e dall’Aufklärungamt del Ministero della Sicurezza dello Stato della Repubblica Democratica Tedesca, il Partito Comunista Italiano lanciò una durissima campagna contro di “noi”; alla pubblicazione delle liste, alcuni che vi erano inclusi, vennero licenziati, una “agente, moglie di un dirigente della FIAT, liberale, membro del Consiglio comunale di Torino, fu colta da infarto, e così  via. Non fu facile far promuovere alla fine della carriera l’amico gen. Inzerilli.

Tutto fu poi chiuso con la contemporanea archiviazione, per un accordo intercorso tra i magistrati “normali” e le “toghe rosse”, del caso “Gladio Rossa”, organizzazione difensiva del Partito Comunista Italiana, messa su e collegata al KGB sovietico ( di cui i servizi sia del Ministero dell’Interno e del Ministero della Difesa tutto sapevano; ma noi ci guardammo bene dall’agire!) e del caso Stay Behind.

Io ben comprendo come Lei, Ministro della Difesa del Governo de L’Unione e membro del Partito Democratico, la cui ossatura è costituita dai dirigenti e dall’apparato dell’ex-Partito Comunista Italiano, non possa “riabilitare” l’organizzazione Stay Behind Ma Lei comprenderà come io non possa partecipare a una celebrazione che nasconde e manipola la verità dei fatti e costituisce una offesa alla memoria dì coloro che militarono in Stay Behind e alla stessa memoria dell’ ammiraglio Martini,

Di questa lettera darò comunicazione riservata al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Sottosegretario di Stato per i Servizi di Informazione e Sicurezza, al Direttore Generale del DIS, al Direttore dell’AISE, al Capo di Stato Maggiore della Difesa, al Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, all’Ambasciatore degli Stati Uniti, all’Ambasciatore di Sua Maestà Britannica e all’Ambasciatore della Repubblica Federale di Germania.

Il giorno della celebrazione mi limiterò a diffondere una dichiarazione di lode per l’ammiraglio Martini, di ringraziamento agli ex-agenti di Stay Behind Net italiana e di illustrazione di ciò che è stata la Base di Poglina.

Con la mia profonda comprensione e con cordiale amicizia.

f.to Francesco Cossiga

Onorevole

Prof. Arturo Parisi

Ministro della Difesa

ROMA”

 

 

fonte : www.stay-behind.it

 

 

 


 

 

News : anche “Gladio” è su iPhone e iPAD

 

iGladio è la nuova applicazione per iPhone , iPodTouch e iPAD scaricabile GRATUITAMENTE dal sito  iTunes Store di Apple..
Essenzialmente è un edizione speciale  ( E-BOOK ) del libro “
Gladio, la Verità Negata” del gen.
Paolo Inzerilli

 

www.iGladio.it

 

 

 


 

STORIA ITALIANA

 

LA VERITA’ su Gladio

 

 

(Video filmati da YouTube)

 

https://www.youtube.com/user/StoriaItaliana900

 

 

 


 


 

Legislatura 15º – Disegno di legge N. 1832                                          SENATO DELLA REPUBBLICA

 

———– XV LEGISLATURA ———–

 N. 1832

DISEGNO DI LEGGE

d’iniziativa dei senatori

COSSIGA, CARRARA, CUTRUFO, FUDA, MALAN, SARO e STRACQUADANIO

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 6 OTTOBRE 2007

———–

Norme sulla disciolta struttura italiana dell’organizzazione clandestina nordatlantica di «Stay Behind Nets», nota in Italia con il nome di «Gladio», e sul personale militare e civile volontario in essa inquadrato

———–

Onorevoli Senatori. – Come è ben noto, con la sentenza n. 17 del 3 luglio 2001 la Corte di Assise di Roma ha statuito in via definitiva, conformemente al giudizio già espresso nella relazione finale del Comitato parlamentare per i servizi di informazione e sicurezza e per il segreto di Stato del 4 marzo 1992, ciò che era già politicamente e storicamente evidente: la piena liceità e legittimità della struttura della rete italiana Stay Behind, conosciuta come «Gladio», sorta negli anni ’50 e costituita in seno all’Alleanza atlantica nell’ambito dei servizi di informazione e di sicurezza. Questa struttura era destinata ad operare in clandestinità nell’ipotesi di invasione nemica di parte dei territori degli Stati dell’Alleanza dalle forze sovietiche e del Patto di Varsavia, in concorso con le forze speciali e con i servizi di informazione alleati, anche al fine di organizzare e supportare eventuali movimenti di «resistenza», e di effettuare operazioni di esfiltrazione di persone minacciate dalle forze di invasione e dai governi collaborazionisti di cui era prevista la costituzione.

È altrettanto noto che i membri della struttura italiana in questione hanno subito durante tutto il periodo seguito allo scioglimento dell’organizzazione, sino alla sentenza anzidetta, una vera e propria persecuzione politica e giudiziaria, contraddistinta da pesanti illazioni sulla pretesa natura eversiva di «Gladio» e sull’ingiusto collegamento della relativa organizzazione ai non ancora del tutto chiariti episodi di destabilizzazione sofferti dal nostro Paese dagli anni ’60 sino alla definitiva sconfitta del terrorismo e soprattutto alla fine della «guerra fredda».

In relazione a ciò, è necessario che la verità storica e anche ormai quella giudiziaria finalmente emersa si sostanzi in un giusto riconoscimento politico e morale anche sul piano dello status militare, per tutti coloro che, in conformità al superiore dovere sancito dall’articolo 52 della Costituzione e agli ordini del legittimo Governo della Repubblica, avevano dato la loro consapevole disponibilità per servire la Patria, al di sopra di ogni distinzione di credo ideale politico o religioso, o di appartenenza sindacale.

È noto che i primi quadri della struttura furono costituiti da ex partigiani di formazioni militari del Partito d’azione, liberali, repubblicane e socialiste e di ispirazione cattolica, e che erano rigidamente esclusi da essa elementi di ispirazione fascista o collegati ai partiti di destra.

Con l’articolo 1 del presente disegno di legge viene sancita l’equiparazione al servizio presso le Forze armate dello Stato del servizio volontario prestato presso la struttura Stay Behind, da parte dei suoi membri cosiddetti «esterni», ossia reclutati tra coloro che avevano già assolto i propri obblighi militari ma che non appartenevano in servizio permanente alle Forze armate, ovvero tra cittadini di entrambi i sessi anche se non risultavano assoggettati a tali obblighi.

Questa equiparazione non costituisce un caso isolato nell’ambito del nostro ordinamento giuridico, in quanto in passato si è già provveduto allo stesso modo per il Corpo volontari della libertà con la legge 21 marzo 1958, n. 285. L’equiparazione anzidetta rileva esclusivamente sotto il profilo politico, morale e anche sul piano militare, posto che l’articolo in esame espressamente esclude al riguardo qualsiasi effetto retributivo, previdenziale e assistenziale.

Il medesimo articolo 1 dà mandato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, su relazione dell’Agenzia informazioni e sicurezza esterna (AISE), di certificare la pregressa appartenenza alla struttura, su istanza di ciascuno dei membri interessati e nell’osservanza delle vigenti disposizioni dettate in materia di segreto di Stato.

È anche prevista la trascrizione del fatto dell’appartenenza alla struttura, nella documentazione caratteristica e matricolare del personale comunque appartenuto alle Forze armate dello Stato anche se non transitato nel servizio permanente effettivo. Con un’opportuna norma di rinvio si confermano invece le vigenti disposizioni per il personale della struttura cosiddetto «interno», ossia che presta o ha prestato servizio permanente effettivo nelle Forze armate dello Stato.

Con l’articolo 2 viene prevista la istituzione di un distintivo onorifico per gli appartenenti alla struttura, che può essere portato dagli aventi titolo sull’uniforme militare in base alle disposizioni vigenti in materia.

L’articolo 3, da ultimo, sancisce l’equiparazione dell’Associazione italiana volontari Stay Behind, costituita in data 4 febbraio 1994 tra gli appartenenti alla disciolta struttura, alle altre associazioni d’arma riconosciute dal Ministero della difesa.

 

DISEGNO DI LEGGE

Art. 1.

(Servizio prestato presso la disciolta
struttura
Stay Behind)

  1. Il servizio volontario prestato dai soggetti non inquadrati permanentemente nelle Forze armate nella rete italiana della struttura Stay Behind, istituita nell’ambito dell’Alleanza del Nord Atlantico dai governi del Regno Unito di Gran Bretagna e dell’Irlanda del Nord, della Repubblica Francese, del Regno del Belgio, del Regno dei Paesi Bassi, del Granducato del Lussemburgo, della Repubblica Italiana, del Regno e poi Repubblica di Grecia e della Repubblica Federale di Germania, di seguito denominata «struttura Stay Behind», sciolta dal Governo italiano in data 27 novembre 1990, è equiparato al servizio prestato presso le Forze armate dello Stato, con esclusione di qualsiasi effetto ai fini retributivi, previdenziali e assistenziali.
  2. L’appartenenza alla struttura Stay Behind è certificata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, in conformità alla proposta della Agenzia informazioni e sicurezza esterna (AISE), su richiesta dell’interessato, nell’osservanza delle disposizioni contenute nella legge 3 agosto 2007, n. 124.
  3. La certificazione di cui al comma 2, relativa al personale esterno comunque appartenente ad altro titolo alle Forze armate dello Stato e non transitato nel servizio permanente effettivo, è trasmessa a cura dell’AISE agli uffici competenti a custodire la documentazione caratteristica e matricolare degli interessati, al fine della relativa trascrizione con decorrenza dalla data di arruolamento nella struttura.
  4. Per il personale interno alla struttura Stay Behind, e che presta o ha prestato servizio permanente effettivo nelle Forze armate dello Stato, i casi e le modalità relativi al rientro dei dipendenti pubblici nelle amministrazioni di originaria appartenenza, il trattamento giuridico-economico e i casi e le modalità di trasferimento ad altra amministrazione dello Stato del personale assunto direttamente, sono stabiliti, anche in deroga ad ogni disposizione vigente, rispettivamente dal Presidente del Consiglio dei ministri, dal Ministro della difesa e dal Ministro dell’interno.
  5. Al personale di cui al comma 4 è equiparato chi, ricoprendo la carica di Ministro della difesa o di Sottosegretario di Stato alla difesa o di ufficiale o funzionario appartenente al Servizio informazioni forze armate (SIFAR), successivamente al Servizio informazioni difesa (SID) e da ultimo al Servizio per le informazioni e la sicurezza militare (SISMI), ha svolto, a motivo del suo ufficio o perché specificatamente delegato o incaricato, compiti o funzioni collegate alla organizzazione, alle missioni, ai compiti ed alle funzioni della struttura Stay Behind.

 

Art. 2.

(Distintivo onorifico)

  1. Con decreto del Ministro della difesa è approvato il modello di distintivo onorifico che il personale militare interno, già appartenente alla struttura Stay Behind e attualmente in servizio nelle Forze armate dello Stato, ha facoltà di portare sull’uniforme.
  2. Il personale interno ed esterno, già appartenente alla struttura Stay Behind e congedato dalle Forze armate dello Stato, ha facoltà di portare il distintivo di cui al comma 1 con le medesime modalità del personale in servizio, se autorizzato a vestire l’uniforme militare secondo le vigenti disposizioni.
  3. Analogo distintivo ha diritto di portare sull’abito civile il personale esterno in occasione di cerimonie militari e di manifestazioni dell’Associazione di cui all’articolo 3.

 

Art. 3.

(Associazione Stay Behind)

  1. L’Associazione italiana Stay Behind, costituita in data 4 febbraio 1994 quale associazione non riconosciuta, è riconosciuta in forza della presente legge, ai sensi e per gli effetti di cui al decreto del Ministro della difesa 5 agosto 1982, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 272 del 2 ottobre 1982, ed è per legge iscritta nell’albo istituito ai sensi del medesimo decreto del Ministro della difesa, in attuazione dell’articolo 20, terzo comma, della legge 11 luglio 1978, n. 382.

 

 


 

ASSEMBLEA ORDINARIA ANNUALE dell’Associazione Stay-Behind    
VERONA 28 ottobre 2007 

RELAZIONE MORALE DEL PRESIDENTE

 

Autorità, gentili signore, cari amici,

oggi si chiude un altro anno della vita della nostra Associazione, ma in particolare si chiude un triennio di attività di questo Consiglio Direttivo eletto appunto 3 anni or sono.

É mio compito statutario relazionare sulle cose fatte e tentare di fare il punto della situazione. Soprattutto per questo mi pare opportuno partire da lontano, dalla fine del 1990 quando non soltanto fu rivelata l’esistenza di una struttura speciale formata da civili, ma addestrata da militari, che aveva come obiettivo quello di opporsi, in caso di invasione del suolo nazionale da parte dei paesi aderenti al Patto di Varsavia, suscitando una reazione nel territorio occupato. L’Italia aveva partecipato ad un accordo fra i paesi dell’Alleanza Atlantica, al quale poi avevano nel tempo aderito anche altri paesi non facenti parte della Nato. E fino a qui il problema ci avrebbe riguardato, ma solo come notizia, come informazione.

Il vero problema che invece ci toccò, e moltissimo, fu che assieme alla struttura furono rivelati anche i nomi dei civili che ne facevano parte, con tanto di nome, cognome, data e luogo di nascita, ben suddivisi per regione. Questo fu il regalo dell’allora presidente del Consiglio Andreotti. La sinistra, politica e giornalistica, si scatenò.

Non voglio dilungarmi, ma ricordo solo due dei molti argomenti che occuparono le pagine dei giornali e le trasmissioni televisive.

Ecco chi ha alimentato la strategia della tensione e partecipato a tutta quella serie di fenomeni eversivi che hanno lacerato il tessuto democratico del nostro paese; ecco chi ha operato nell’ombra per impedire ai comunisti di arrivare al comando del paese.

Fu architettata una campagna di disinformazione mai vista fino ad allora e quelle voci, pochissime per la verità, che tentavano di levarsi per spiegare la realtà delle cose, venivano soverchiate e intimidite.

Furono periodi pesantissimi e ci volle del tempo perché si arrivasse ad una reazione.

Credo che questa sia la sede più opportuna per dare riconoscimento ad alcune di quelle persone che, come si dice, ci misero con coraggio la faccia.

Francesco Gironda divenne l’immagine pubblica di quelli che erano stati definiti i “gladiatori”; Paolo Inzerilli, per lunghi anni comandante della struttura, non se ne stette (come pure avrebbe potuto) in disparte, ma ci fu totalmente vicino (e ne pagò le conseguenze); Francesco Cossiga fu l’unico politico di rango elevato a far sentire la sua voce autorevole a nostra difesa.

Si arrivò alla decisione di costituirci in associazione anche per dare organicità alla reazione di fronte alla campagna di vera e propria disintossicazione dell’opinione pubblica. Molti di noi aderirono, ma anche molti, forse altrettanti, forse intimoriti, sicuramente nauseati dal trattamento ricevuto non ne vollero sapere e ritennero definitivamente chiusa la faccenda.

Tutto ciò avveniva fra la fine del 1993 e l’anno successivo. L’associazione contò al suo inizio 247 soci e tali rimasero anche nel 1995. Quali furono i momenti salienti da lì in avanti ?

Il 1995 fu l’anno della querela contro Rifondazione Comunista che ci aveva infamati dandoci dei traditori della patria.

Nel 1996 fu archiviato il procedimento contro Inzerilli e Martini per i reati eventualmente commessi prima del 1972, ma contestualmente fu aperto un procedimento per distruzione di documenti.

All’interno dell’associazione si crearono forti contrasti che portarono un gruppo ad allontanarsi, tanto che nel 1999 si toccò il numero minimo di iscritti: solo 80. Però la presentazione delle interrogazioni parlamentari del sen. Manca e dell’on. Taradash risvegliarono gli animi e da quel momento riprese l’interesse nei confronti dell’associazione. In più a luglio del 2001 arrivò la sentenza pienamente assolutoria nei confronti di Inzerilli e questo fatto contribuì sicuramente a stimolarci nel prendere nuove iniziative. Eravamo risaliti a 135 soci, oggi siamo cresciuti fino a 189.

É quindi evidente che in corrispondenza di eventi significativi l’associazione si arricchisce di nuovi amici, però e stato solo al momento dell’operazione che ci ha visto impegnati al recupero dei nostri fascicoli personali, che la magistratura aveva messo sotto sequestro, che un certo numero di gladiatori effettivi si è riavvicinato.

Viene quindi da pensare che se si mantiene viva la speranza di ottenere il riconoscimento da parte dello stato, riusciamo a tenere legati all’associazione una buona parte dei 622, altrimenti, e lo dico con grande amarezza, il nostro percorso è segnato.

Per contro sono sempre molte le persone che chiedono di darci il loro sostegno solitamente dopo aver letto di noi sul nostro sito internet (www.stay-behind.it) che sta sempre più diventando una fonte preziosa di dati e di informazioni e dovremo investire in questa direzione che ci permette davvero tanta visibilità.

Un’altra attività che dovremo implementare è quella dell’organizzazione dei convegni.

Pur senza nasconderci anche qui le difficoltà, logistiche ed economiche, i convegni, così come li abbiamo impostati, ci permettono di raccontare che cosa è stata Gladio a persone che altrimenti rimarrebbero a quanto di Gladio e stato detto e scritto anni fa.

E‘ una fatica grande, ma i risultati finora raggiunti ci devono spingere ad insistere. Tutti dobbiamo sentirci impegnati attraverso le nostre conoscenze a trovare chi, istituzioni in particolare, sia disposto a farsi carico del lavoro organizzativo sul posto.

Ma quest’anno sarà ricordato per due momenti di rilievo: l’uscita del secondo libro del generale Inzerilli e la nuova proposta di legge presentata dal senatore Cossiga.

Del libro l’associazione ha chiesto all’editore Bietti Media di fare una tiratura particolare che e stata omaggiata ai soci e a un certo numero di personalità. Come già abbiamo avuto occasione di dire, esso rappresenta la testimonianza di come avessimo ragione di essere orgogliosi della scelta di impegnarci per la difesa della libertà di tutti, in caso di invasione del territorio nazionale. Il libro è già stato presentato a Roma ad un pubblico importante e numeroso ed altre presentazioni sono in programma. Non aggiungo altro a questo tema perché spero che l’autore ce ne voglia parlare lui stesso.

É di questi ultimi giorni la conferma che il senatore Cossiga ha presentato una nuova proposta di legge (la n. 1.832).

Noi siamo riconoscenti a Cossiga che continua ad occuparsi di noi, pur con le difficoltà legate alle sue condizioni di salute che molto lo limitano.

Sarebbe però sciocco nasconderci che, se già nella precedente legislatura la prima proposta di legge non arrivò neppure all’esame delle Commissioni, questa, nell’attuale clima politico, possa avere sorte diversa. La contrapposizione senza visibili sbocchi fra le due fazioni politiche rende, secondo me, impossibile un esame pacato e sereno della nostra richiesta che, proprio alla luce di sentenze andate in giudicato che ci hanno, seppur tardivamente, reso giustizia, appaiono invece sacrosante.

Ma guai se ci lasciassimo sopraffare dal pessimismo, tanto varrebbe sciogliere l’associazione e lasciare la nostra storia ammuffire in un qualche archivio. Non possiamo farlo per noi, per chi ci ha creduto e oggi non è più qui con noi, ma soprattutto per tutte quelle persone che vedono in noi un punto di riferimento che quindi ci impone di trasmettere quegli ideali a quanti intendono condividerli. Il senso dello Stato, il rispetto delle Istituzioni, la consapevolezza del dovere da compiere nell’interesse collettivo e lo spirito di sacrificio: questi sono stati i valori che ci hanno ispirato e questi sono i valori che l’associazione deve continuare a diffondere perché sono valori assoluti nei quali crediamo.

Giorgio Mathieu

 

 

 


 

 

 

 

COMUNICATO dell’ Associazione STAY BEHIND

Cari Amici,

Ancora una volta siamo oggetto di informazioni non corrispondenti alla realtà.

Il  numero di Panorama in edicola questa settimana riporta un articolo (senza firma a causa dello sciopero dei giornalisti) a pag. 52 dal titolo “Dentro la fabbrica dei dossier” in merito alla vicenda Livtinenko/Scaramella.

Pare che nel corso di una perquisizione nell’ufficio di quest’ultimo sia stato trovato un incartamento riguardante Gladio (ritagli di giornali ?) e l’articolista ne approfitta per definire la struttura come “rete illegale che avrebbe dovuto difendere l’Italia da un ipotetico pericolo comunista.”

Venerdì 15 abbiamo  inviato alle principali agenzie di stampa il comunicato, che troverete nel sito, nel quale affermiamo di aver immediatamente dato  mandato ai legali dell’associazione di presentare querela per diffamazione.

Il danno che affermazioni di questo genere provocano, soprattutto perché riportate da una testata a larghissima diffusione e di grande immagine, è enorme e non è sicuramente  una piccola rettifica che ci può rendere giustizia.

 

Giorgio Mathieu

 

COMUNICATO STAMPA

 

 

 

“In relazione all’articolo sul caso Litvinenko/Scaramella apparso su Panorama in edicola oggi” – dice Giorgio Mathieu  presidente dell’Associazione Italiana Volontari Stay Behind – “abbiamo dato mandato ai legali dell’associazione di presentare querela per diffamazione.

E’ davvero sorprendente – prosegue Mathieu – che un settimanale di solito equilibrato come Panorama, lasci pubblicare affermazioni non veritiere come quelle in cui si definisce la struttura militare speciale Stay Behind, più nota come Gladio, come “rete illegale che avrebbe dovuto difendere l’Italia da un ipotetico pericolo comunista”.

Esistono sentenze della magistratura, passate in giudicato, che ne hanno invece stabilito la piena legittimità”.

Pinerolo, 15 dicembre 2006

Giorgio Mathieu

 

 

 

 


 

 

SID SISMI

 

GLADIO SI DIFENDE

 

10.12.2006 ore 11:50:00.

 

Gladio si difende: «Noi siamo legali»

 

Roma – Ieri a Sacrofano (Rm) si è tenuto il consiglio direttivo dell’Associazione Gladio. Convocato dal delegato di zona Italo Pasqui ha visto la partecipazione del presidente nazionale dell’Associazione, professor Giorgio Mathiéu e del generale Paolo Inzerilli.

Professor Matthiéu, cosa è stata la Gladio?

«Un’organizzazione militare speciale nata nel 1956 all’interno del Sismi e quindi del Ministero della Difesa basata su un protocollo di accordi tra paesi dell’Alleanza atlantica. Era composta da civili ma attestata da militari ed in tutti i Paesi nei quali esisteva, le modalità per accedervi erano le stesse. Questa organizzazione era finalizzata a creare un movimento di resistenza armata e non, in caso d’invasione da parte di truppe appartenenti a paesi del Patto di Varsavia. Sarebbe dovuta intervenire non durante l’eventuale invasione ma nel caso che il nostro esercito non fosse stato in grado da solo di arginare l’invasione stessa. Nel 1990, in seguito ad indagini condotte su fatti non legati all’attività dell’organizzazione, alcuni giudici chiesero accesso agli archivi segreti del Sismi. L’allora presidente del consiglio, Giulio Andreotti, presentò una relazione al Senato spiegando le ragioni per cui Gladio era nata e rese noti i nomi dei 622 iscritti».

Cosa vuole ottenere l’associazione che lei presiede?

«Ci siamo costituiti in associazione per difenderci dall’enorme campagna di stampa che voleva coinvolgerci in tutti i fatti sovversivi accaduti in Italia. Il nostro obiettivo è quello di ottenere lo stato giuridico militare, perché è giusto che lo Stato italiano stabilisca che l’adesione alla Gladio era legale. Tuttavia, questo traguardo è ancora lontano. Nel 2004 il presidente onorario della Repubblica Francesco Cossiga, presentò una proposta di legge per il riconoscimento dello stato giuridico militare e per avere l’ufficializzazione di Arma per la nostra organizzazione. Ma, sebbene in questi giorni Cossiga abbia ripresentato la proposta di legge, né da esponenti del centrodestra né da quelli del centrosinistra abbiamo avuto risposte».

 

 

( notizia dal Quotidiano di informazione nazionale “IL MERIDIANO”  )

 


 

LA VERITA’ SU GLADIO ( varie Tesi di Laurea )

 

 

 Tesi di Laurea in Storia Contemporanea : “GLADIO LO STAY-BEHIND ITALIANO” ( G.Colucci )

 

( Download file ZIP : solo da Computer )

 

( Download file PDF : Computer, iPad, IpodTouch, iPhone, SmartPhone etc..)

 

Facoltà di Scienze Politiche : “Da Porzus a Gladio” ( F.Tosolini )

 

( Download file ZIP : solo da computer )

 

( Download file PDF : Computer, iPad, IpodTouch, iPhone, SmartPhone etc..)

 

Tesi in Sociologia delle ComunicazioniInformazione Disinformazione Intossicazione dell’opinione pubblica durante e dopo l’emersione nei Mass Media  della    Rete Stay Behind “Gladio” della NATO” ( A.Pannocchia )

 

( Download file ZIP : solo da computer )

 

(Download file PDF : Computer, iPad, IpodTouch, iPhone, SmartPhone etc..)

 

 

Informazioni e disinformazioni :

 

(video)

 

http://www.lastoriasiamonoi.rai.it/puntata.aspx?id=350

 

(p.s. il video è stato rimosso… STRANO ma vero…)

 

 

DOCUMENTAZIONE SUL CASO GLADIO 

 


Link :

 

 

Il secondo libro del Gen. Paolo Inzerilli : “La Vittoria dei Gladiatori, da Malga Porzùs all’assoluzione di Rebibbia”
>> LEGGI il Libro <<

Il libro di Andrea Pannocchia e Franco Tosolini : “
Gladio. Storia di finti complotti e di veri patrioti”
>> editore <<

 

I Video del Convegno di Montegranaro della Associazione Volontari Stay-Behind
Vedi…

Intervista al Gen. Paolo Inzerilli
Ascolta…

 

 

 


Documenti dell’Associazione Italiana Volontary Stay-Behind :

 

 

 

Cronoglia del caso Gladio

 

Le imputazioni nel tempo

 

Le inchieste parlamentari

 

Elenco dei 622 civili italiani della Stay-Behind

 

Dichiarazione di impegno del “gladiatore” verso la struttura Stay-Behind

 

Dichiarazione del “gladiatore” prima di frequentare un corso presso la scuola in Sardegna

 

Lettera del Direttore del SISMI

 

 

 

PORZUS – La Storia

 

 

 

 

SENTENZA: ASSOLTI PER NON AVER COMMESSO IL FATTO E PERCHE’ IL FATTO NON SUSSISTE
Leggi…

 

Assoluzione

 

 

 

IL DISEGNO DI LEGGE

 

DDL Cossiga

 

 

 

Proposta di LEGGE dell.On. Luca Squeri 

 

(18 febbraio 2014)

 

 

 


( GLADIO La Verità Negata : Commenti Post Scriptum by Silendo )

 

Sono diversi i siti web ed i blog (compresi i gruppi sui Social Network) che utilizzano SENZA ALCUNA legittimità, i loghi, gli stemmi e quant’altro relativo alla Stay Behind italiana (la Gladio), attirando molti curiosi ed appassionati, giovanissimi e persone che purtroppo non conoscono affatto Gladio e la sua Storia.  

 

Molti infatti ancora oggi fanno estrema confusione e si ostinano ad addebitare alla Gladio gli episodi del periodo della strategia della tensione, quando è ormai evidente dopo anni di attività investigativa e giudiziaria che in quei periodi bui e tristi della Storia Italiana operavano ben altre strutture super segrete (dagli addetti ai lavori conosciute con diverse sigle,. “NDS”, il “Noto Servizio”, “l’Anello”,  “X” e cosi via… ).

 

 Ancora oggi a qualcuno fa comunque troppo comodo dimenticare le indagini e le sentenze, riconducendo tutto con estrema superficialità alla Gladio, la Stay-Behind Italiana,  forse una geniale scusa che si ripete sistematicamente nel tempo, molto probabilmente per non far accendere i riflettori sulle altre strutture segrete di cui ancor oggi non conosciamo i nomi degli appartenenti, se alcune di loro sono ancora attive o meno.

 

Questa disinformazione ad oltranza (iniziata con una apposita campagna negli anni 90..), di nuovo strumentalizzata e cavalcata come unico baluardo da alcuni media di parte, fa si che ancora oggi la Gladio non venga riconosciuta per quello che è stata,  ma più facilmente e gratuitamente infangata e tradita anche nella memoria. 

 

Anche davanti all’evidenza c’è chi cerca comunque il lato oscuro, il complotto a tutti i costi, deve trovare per forza il marcio, la pecora nera,  altrimenti non se ne fa una ragione. Il Segreto di Stato è necessario alla salvaguardia della Sicurezza Nazionale, ed in alcuni casi anche di quella degli Alleati, ma di certo non è la barriera impenetrabile per coprire qualcuno o qualcosa di illecito ed illegittimo. La Verità esiste, va solo accettata per quella che è. 

 

Questa ignoranza di certo rende amaro l’animo dei Gladiatori che hanno servito la Patria.  

 

* * *

 


L’Unico sito UFFICIALE e quindi LEGITTIMO che raccoglie in una Associazione gli ex. Gladiatori (civili) è il sito http://www.stay-behind.it/

Tramite il sito dell’ Associazione Volontari Stay-Behind potrete quindi accedere ad informazioni, notizie, documenti ed altro ufficialmente riconosciuto senza correre il rischio di trovarvi involontariamente in siti , forum e blog dove personaggi spesso “ambigui” millantano di aver fatto parte della Gladio inventando le storie più fantasiose e goliardiche al solo scopo di attirare fan e farsi mera pubblicità (a volte addirittura vendendo anche gadget con stemmi copiati della Gladio, magliette ecc.. per scopi puramente commerciali, senza vantare alcun “diritto” dell’utilizzo degli stessi loghi). Sui social forum più famosi e su vari blog ci sono innumerevoli personaggi che si dichiarano per es.”amici di Gladio..” “ex…appartenenti alla Gladio”, “ex agenti segreti e/o operativi” di chissà quale missione super segreta ecc ecc.. ma alla fine “nessuno” della Gladio li conosce e “nessuno” di loro è in grado di “dimostrare” quel che afferma con tanto entusiasmo sul web al fine forse unico di attirare fan come un pseudo-eroe o quant’altro o comunque di “danneggiare” magari involontariamente l’immagine della Gladio stessa. Quei personaggi che millantano appartenenza alla Gladio Ufficiale pur non avendone mai fatto parte vengono chiamati a volte anche “Gladiatori Apocrifi” . Questi siti ambigui e non riconosciuti ufficialmente da nessuno in ogni caso fanno “rumore”, attirano anche migliaia di persone, ignare ed inconsapevoli per pura ingenuità di trovarsi in siti che NULLA hanno a che fare con l’organizzazione Gladio e con gli ex appartenenti alla stessa. Tutti sono sulla falsa riga del “mi hanno detto.. ho sentito dire.. si dice che.. un amico fidato mi ha detto che…conosco dei segreti… te lo dico a te ma non lo dire a nessuno…”, e prendendo spunti qua e la con un semplice copia/incolla rendono anche “verosimili” i loro racconti. Spessissimo infatti sono dei veri e propri “millantatori” o dei “burloni”, e comunque sia, nel dubbio è sempre possibile verificare la loro reale appartenenza alla struttura militare segreta “Gladio” consultando la lista dei 622 Gladiatori, gli UNICI esistenti, senza ulteriori giri pindarici e condimenti di pura fantasia, omonimie e quant’altro. Ci sono anche associazioni sportive ed anche di “Soft-Air” o di altro tipo che utilizzano la dicitura “Gladio” alludendo presumibilmente molte volte all’organizzazione segreta militare, ma non avendo con essa alcun riferimento reale e nessuna legittimità nell’utilizzo del nome “Gladio” (intesa come organizzazione segreta militare), ma riscotendo comunque un buon successo di immagine pubblicitaria attirando i “curiosi”. Ognuno può essere “amico” o “simpatizzante” dei Gladiatori (infatti non è affatto vietato avere simpatie, anche se poi il termine “amico” credo non possa essere solo unilaterale per intenderci… almeno i Gladiatori dovrebbero conoscere questi fantomatici “amici”…). Per concludere il concetto, quando i Gladiatori (veri) hanno già un sito ufficiale di riferimento costituito da un Associazione di volontari, è ovvio che è a dir poco “molto anomalo” o “bizzarro” trovare sul web qualcuno che non fa nessun riferimento all’Associazione stessa (forse per paura di essere smascherati come dei falsi d’autore?).

La Disinformazione oramai da anni dilaga su internet, e così anche i cloni ed i falsi. Quindi credo sia necessario almeno per chi cerca la Verità su Gladio, fare riferimento in modo ESCLUSIVO al sito dell’Associazione Volontari Stay-Behind ed ai rispettivi interlocutori e portavoce “ufficiali”.

 

 


 

Il Blog di Silendo

 

Silendo Libertatem Servo

 

IL BLOG di Silendo

 


NEWS !!!

 

Il Nuovo Libro di Paolo Inzerilli : 

 

LA VITTORIA DEI GLADIATORI

 

Questo libro merita molta attenzione, perché può contribuire ad aprire un dibattito sereno ed equilibrato sul nostro passato…… Dell’esistenza della Gladio si seppe per la prima volta nell’autunno del 1990, quando il presidente del Consiglio dell’epoca, Giulio Andreotti, aprì alla magistratura certi armadi blindati della Prima repubblica.

Fu così che emerse la silhouette di una rete paramilitare segreta creata subito dopo la seconda guerra mondiale per fronteggiare un’eventuale invasione dell’Italia da parte dei paesi comunisti.

A dare forma e sostanza a quella scoperta, provvide qualche settimana dopo lo stesso Andreotti, consegnando al Parlamento addirittura un elenco con 600 nomi di “gladiatori”…         Da: PREFAZIONE di Giovanni Fasanella e Giovanni Pellegrino.

 

 


ASCOLTA L’INTERVISTA al Gen. PAOLO INZERILLI 

 

23 dicembre 2007

 


 

 

 

Google

 

 

 

 
Web www.robertochicco.com

 

 

 

 

 

 


Portale di Risorse Tecnologiche...

 


Terrorismo e disinformazione

 

( un interessantissimo articolo di Vittorfranco PISANO , dal sito Sisde.it )

 

http://www.sisde.it/sito%5Crivista21.nsf/stampe/8

 

http://www.sisde.it/sito%5Crivista21.nsf/servnavig/8

 

 

 


DISCLAIMER

 

IMPORTANTE :

 

Questo sito non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza nessuna periodicità.
Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. 
L’autore inoltre non ha alcuna responsabilità per quanto riguarda i siti ai quali è possibile accedere 
tramite i collegamenti posti all’interno del sito stesso, forniti come semplice servizio agli utenti della rete. 
Il fatto che questo sito fornisca questi collegamenti non implica l’approvazione dei siti stessi, sulla cui qualità,
contenuti e grafica è declinata ogni responsabilità. 
Le foto riportate in qualche caso sono scaricate da internet. Se per avventura avessimo leso i diritti di qualcuno
vi preghiamo di segnalarcelo, provvederemo immediatamente alle relative rimozioni se richieste.
                                                                                                                                                                     Grazie.

 

 

 

[/member]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *